WINGLESS POETRY
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Stefania
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PostSubject: _Aforismi_   _Aforismi_ Icon_minitimeFri Apr 18, 2008 7:49 pm

La fedeltà è per la vita sentimentale ciò che la coerenza è per la
vita dello spirito; una confessione pura e semplice di incapacità.

Vi sono molte cose delle quali ci spoglieremmo con gioia se non fosse
per il timore che qualche altro potrebbe raccattarle.

Quanto si gonfia il valore della fedeltà! Perfino in
amore non è altro che una questione fisiologica. è
indipendente dalla nostra volontà. I giovani vorrebbero
essere fedeli e non possono esserlo; i vecchi vorrebbero
essere infedeli e non ci riescono; non c'è altro da dire.

La modernità nello stile e nella sostanza è un errore
assoluto e completo. Abbiamo preso la livrea quotidiana
della nostra epoca per i paludamenti delle muse; trascorriamo
i nostri giorni in strade, sordide e in orridi
sobborghi delle nostre squallide città, quando dovremmo
riposare sul declivio dei monti in compagnia di Apollo.
Indubbiamente siamo una razza degradata;
abbiamo venduto il diritto di primogenitura per una olla
potrida di fatti positivi.

Non vi è altra medicina per l'anima che i sensi; non vi è altra
medicina per i sensi che l'anima.

Posso tollerare la forza brutale, ma la ragione brutale è intollerabile.
Vi è qualche cosa di vile nel servirsene come arma; è come
colpire alla schiena l'intelletto

Le figure che vivono nel marmo o sulla tavola dipinta
conoscono della vita un solo squisito istante, eterno, in
verità, ma limitato a una nota di passione o a una fase di
serenità. Quelle che debbono la loro vita al poeta, hanno
a miriadi le emozioni di gioia e di terrore, di coraggio e
di sfiducia, di godimento e di sofferenza; le stagioni
vengono e se ne vanno in una processione lieta o
rattristante, e con piedi alati o di piombo gli anni
trascorrono a loro dinanzi. Esse hanno la loro adolescenza
e la loro virilità, dall'infanzia raggiungono la vecchiezza.
Invece è sempre l'alba per Sant'Elena, seduta
alla sua finestra, quale la vide il Veronese. Attraverso la
cheta aria mattutina gli angioli le portano i simboli del
patimento divino, mentra una dolce brezza solleva i fili
d'oro della sua fronte. Su quel poggio fiorentino ove
giacciono gli amanti del Giorgione è sempre il fulgore
del mezzodì reso così languido dai soli estivi, che la fine
e nuda fanciulla può appena affondare nella vasca di
marmo la sferica coppa di cristallo traslucida, e le dita
affusolate del suonatore di liuto si posano quasi oziose
sulle corde. è sempre l'ora del crepuscolo per le ninfe
danzanti, lanciate da Corot fre le argentee praterie della
Francia. Nel crepuscolo eterno si muovono quelle figure
fragili e diafane, dai piedi bianchi e tremuli, che sfiorano
appena l'erba rugiadosa su cui posano. Le figure che si
avanzano nell'epopea, nella tragedia, nel romanzo, vedono,
nel passare dei mesi travagliati, crescere e diminuire
le lune novelle, osservano il progredire della notte; dalla
sera al brillare della stella mattutina e dal sorgere al
tramontare del sole, notano le fasi del giorno e il mutare
delle sue luci e delle sue ombre. Per esse, come per noi, i
fiori sbocciano e appassiscono, e la terra, questa dea
dalle trecce verdi, come Coleridge la chiama, muta per
diletto le sue vesti. La statua invece è concentrata in un
attimo di perfezione: l'immagine fissata sulla tela è priva
dell'elemento spirituale della crescenza e del cambiamento;
e l'una e l'altra, se ignorano la morte è perché
poco conoscono la vita; i segreti della vita e della morte
appartengono a coloro, soltanto a coloro che subiscono
gli effetti del susseguirsi del tempo, e a coloro che
posseggono non soltanto il presente ma l'avvenire e che
possono cadere da un passato di gloria o rilevarsi da un
passato di onta. Il movimento, quel problema delle arti
visibili, può soltanto manifestarsi nella letteratura. La
letteratura ci raffigura il corpo nella sua velocità e
l'anima nella sua irrequietezza.

Dietro a ogni cosa squisita vi è una cosa tragica. I mondi debbono
penare perché possa sbocciare un fiore.

La bellezza è una forma del genio - anzi, è superiore
al genio in quanto non richiede commento. Essa è uno
dei grandi fatti del mondo, come la luce del sole, o la
primavera, o il miraggio nell'acqua scura di quella
conchiglia d'argento che chiamiamo la luna. Non può
essere interrogata, è sovrana per diritto divino.

Non vi è altro modo di liberarsi da una tentazione che
di soccombere ad essa. Se resistete, l'anima vostra si
ammalerà di desiderio per quelle cose che le sono state rifiutate.

Le donne rovinano ogni romanzo col desiderio di perpetuarlo in eterno.

Indubbiamente egli avrà successo. Pensa come un conservatore e parla
come un radicale, e ciò vuol dire tanto al giorno d'oggi.

Attualmente essere intellegibile equivale a farsi trascurare.

Noi trasformiamo gli uomini in dèi ed essi ci abbandonano.
Vi sono di quelli, invece, che fanno degli uomini altrettanti
bruti e questi baciano la loro mano e sono loro fedeli.

I mariti delle donne molto belle appartengono alla mala vita.

Per me la bellezza è il miracolo dei miracoli. Non vi sono che gli
esseri superficiali che non giudicano dalle apparenze. Il vero mistero
del mondo è il visibile, non l'invisibile.

L'uomo ideale della nostra epoca è l'uomo dalla mente ben nutrita di fatti.
E la mentalità di tale individuo è cosa mostruosa. Somiglia a un negozio di
antiquario, pieno di mostri e di polvere, con ogni oggetto quotato al
disopra del suo vero valore.

Le donne non sanno apprezzare la bellezza nell'uomo; almeno le donne
buone non la sanno apprezzare.

Influire su di una persona vuol dire dargli l'anima nostra. Essa allora
non pensa i suoi propri pensieri, non arde delle proprie passioni.
e sue virtù non le sono naturali. I suoi peccati, se esistono peccati, sono
presi a prestito. Essa diventa l'eco della musica altrui; recita
una parte che per essa non fu scritta.

Gli amanti fedeli non conoscono che il lato triviale dell'amore; le
tragedie dell'amore sono riservate agli amanti infedeli.

L'artista deve creare cose belle, ma senza infondere in
loro nulla della sua vita. Viviamo in un'epoca in cui gli
uomini trattano l'arte come se dovesse essere una forma
di autobiografia. Abbiamo perduto il senso della bellezza astratta.

Non si può andar troppo cauti nello scegliersi i nemici. Io non
ne ho uno che sia un imbecille. Sono tutti uomini di un certo
valore intellettuale e, per conseguenza, mi apprezzano.

Il valore di un'idea non ha assolutamente nulla da vedere con
la sincerità di colui che la professa.

Mi piacciono le persone più che i princìpi; e mi piacciono le persone
prive di princìpi, più di qualunque altra cosa al mondo.

Chi brama vivere la vita secondo le dottrine di Cristo,
dev'essere perfettamente e assolutamente se stesso. Può
essere un grande poeta, o un grande scienziato; o un
giovane studente dell'Università, o un guardiano di
pecore presso la palude; o un drammaturgo come
Shakespeare, o uno che medita sul mistero di Dio come
Spinoza; o un bambino che si trastulla in un giardino, o
un pescatore che getta le sue reti in mare. Non importa
cosa sia, basta che si renda conto della perfezione
dell'anima che è dentro di lui.

Lo scopo della vita è l'autosviluppo. Sviluppare
pienamente la nostra individualità, ecco la missione che
ciascuno di noi deve compiere.

Non vi possono essere influenze benefiche. Ogni influenza è
immorale - immorale dal punto di vista scientifico.

Non soltanto le parole hanno una musica dolce
quanto quella della viola e del liuto, un colorito ricco e
vivace quanto quello che rende belle le tele dei veneti e
degli spagnoli, e una forma plastica sicura e certa quanto
quella che si rivela nel marmo e nel bronzo, ma il
pensiero e la passione e la spiritualità sono pure il loro
appannaggio - anzi appartengono soltanto interamente a loro.

Non vi è nulla di tanto patetico quanto un paradosso
veramente riuscito. Il calembour è il pagliaccio dell'umorismo,
il paradosso ben tornito ne è l'artista perfetto, e la
commedia più comica ha del tragico, come la tragedia
più truce è spesso temperata da una sottile vena comica.
L'anima nostra è fatta di fasi cangianti, come la seta è
tessuta di colori cangianti, e le nostre fasi sono spesso
incongrue. Tutto ciò che è vero è incongruo.

Più studiamo la vita e la letteratura e più ci convinciamo che
dietro a ogni cosa meravigliosa vi è una individualità, e che
l'uomo non è un prodotto della sua epoca, ma l'uomo appunto è
che crea la sua epoca.

Per apprezzare la qualità di un vino e sapere in quale vendemmia venne
fatto, non occorre berne tutto un barile.

è triste costatarlo, ma è fuori di dubbio che il genio dura più della
bellezza. Ciò spiega perché tutti si sforzano a istruirsi troppo.

I brutti e gli stupidi sono i più fortunati a questo mondo. Possono
sdraiarsi comodamente e assistere sbadigliando alla commedia della vita.
è pur vero che essi ignorano la vittoria, ma è vero anche che a essi è
risparmiata la conoscenza della disfatta.

Essere capace di una passione e non provarla vuol dire rendersi
incompleto e ristretto.

Perfino nella vita vissuta l'egoismo non è privo di attrattive.

Quando le persone ci parlano degli altri, sono quasi
sempre noiose. Quando ci parlano di se stesse sono quasi
sempre interessanti, e, se fosse possibile farle tacere
quando diventano noiose con quella stessa facilità con la
quale si chiude un volume che ci ha stancati, sarebbero veramente perfette.

Ogni grande uomo ormai ha i suoi discepoli, ed è sempre Giuda che
ne scrive la biografia.

L'arte trova la propria perfezione in se stessa e non al
di fuori. Non può essere giudicata alla stregua di un
criterio esterno di simiglianza. Essa è un velo piuttosto
che uno specchio. Ha fiori che nessuna foresta conosce,
uccelli che nessuna selva alberga. Crea e distrugge i
mondi e può tirare la luna giù dal cielo con un filo di
scarlatto. Sono sue le «forme più vere che il vero», suoi i
grandi archetipi dei quali le cose esistenti non ci
sembrano che copie imperfette. Per essa la natura non
ha leggi, non ha uniformità. L'arte può operare miracoli
a volontà, e quando chiama i mostri dalle profondità,
essi vengono. Può far fiorire il mandorlo d'inverno e
coprire di neve le messi mature. A un suo comando la
brina posa il dito argenteo sulle labbra ardenti del
giugno, ed i leoni alati escono cauti dalle tane delle
colline della Lidia, le driadi spiano dalla macchia
quando essa passa, e i bruni fauni sorridono stranamente
quando essa si avvicina. è adorata da deità dalla
faccia di falco, e i centauri galoppano al suo fianco.

In letteratura l'egoismo schietto è piacevolissimo.

Dando uno scopo alla nostra vita, ne smorziamo la capacità emotiva. Se
la nostra vita ha uno scopo viviamo per un minuto, per un giorno,
per un anno, invece di vivere per ogni minuto, per ogni giorno, per
ogni anno. Le varie fasi della vita ne costituiscono la bellezza.
Vivere ognuna di quelle fasi vuol dire vivere intensamente.

Molti giovani principiano la vita con un dono naturale per l'esagerazione,
che se fosse coltivato in un ambiente propizio e simpatico, o con
l'imitare i migliori modelli, potrebbe svilupparsi in qualche cosa di
veramente grande e di bello. Ma per lo più essi finiscono col
perdersi. O si lasciano vincere dall'abitudine della precisione, o
cominciano a frequentare i vecchi e i bene informati. E queste cose
sono fatali per l'immaginazione.

La migliore espressione dello spirito di un'epoca è quella data dalle
astratte idealità artistiche, perché lo spirito stesso è astrazione
e idealismo.

In quanto a credere, sono pronto a credere tutto ciò che è incredibile.

«Conosci te stesso» fu scritto sul portale dell'antico mondo. Sul portale
del mondo moderno sta scritto: «Sii te stesso». Ed il messaggio di Cristo
all'uomo fu, semplicemente, «Sii te stesso». Questo è il segno di Cristo.

Londra è piena di donne che hanno fiducia nei loro mariti. Si riconoscono
sempre, tanto hanno l'aria infelice.

Per coloro che non sono artisti e per i quali non vi è altra vita che
la vita dei fatti, non vi è altra via alla perfezione che quella del dolore.

Il pubblico inglese si sente sempre a suo agio quando una mediocrità
gli parla.

Si ricade sempre nell'assurdo di volere sviluppare l'intelligenza,
spingerla innanzi violentemente in questa o quella direzione.
L'intelligenza dovrebbe essere ricettiva, simile a una lira che
aspetta di essere sfiorata dal vento, o da un lago pronto a incresparsi
al soffio della brezza; non dovrebbe essere un ficcanaso affaccendato a
correre sempre per le strade alla ricerca di novità.

Non vi è nulla di più bello che dimenticare, se non forse l'essere
dimenticato.

Il ritorno alla vita e alla natura, il voler elevare vita e
natura al punto da considerarle come idealità, ha sempre
per risultato una decadenza artistica. La vita e la natura
possono servire talvolta come materia prima per l'arte,
ma avanti che l'arte possa farne uso, occorre che
converta entrambe in convenzioni artistiche. Quando
l'arte abbandona la via dell'immaginazione, abbandona
tutto. Come metodo, il realismo è fallito completamente,
e ciò che ogni artista deve fuggire, è la modernità
nella forma e la modernità nella sostanza.

L'uomo può avere la mentalità femminile, proprio come la donna può
avere la mentalità maschile.

Londra abbonda troppo di nebbie e di gente seria. Se siano le nebbie
che producono la gente seria o se sia la gente seria che produce
le nebbie, non saprei dire.

Quale rovina per l'uomo è il matrimonio! Esso lo abbrutisce quanto
le sigarette, e costa molto di più.

Quella dev'essere veramente una persona specchiata. Non ne ho mai sentito
il nome in tutta la vita mia, ed attualmente questo dice molto in suo favore.

La letteratura è sempre il precursore della vita. Essa non imita la vita,
ma la plasma ai suoi fini.

Quando una cosa ci è necessaria o utile, quando reagisce su di noi
cagionandoci o dolore o gioia, quando si rivolge fortemente alle nostre
simpatie o è una parte vitale dell'ambiente nostro, essa trascende
dalla vera sfera dell'arte.

Non potrei questionare con questo cappello in capo; è troppo leggero.
Una parola a rovescio lo rovinerebbe.

La musica ci crea un passato che ignoriamo, e ci infonde un senso di
dolore finora celato alle nostre lacrime.

Nulla riesce tanto fatale alla individualità quanto la riflessione.

Ho il culto dei pranzi a Londra. Gli invitati intelligenti non stanno
mai a sentire, e gli invitati stupidi non discorrono mai.

La conversazione dotta è una posa per gli ignoranti e una professione
per coloro che sono mentalmente disoccupati.

Le esposizioni all'Accademia delle Belle Arti sono
troppo vaste e troppo volgari. Tutte le volte che ci sono
stato, o vi era tanta folla che non mi è riuscito vedere i
quadri, e ciò era male; o vi erano tanti quadri che non mi
è riuscito di vedere la gente, e ciò era peggio.

L'arte è sempre inutile.

La bellezza, la vera bellezza, termina dove l'espressione intellettuale
del volto comincia. L'intelletto è in se stesso una forma di esagerazione
che turba l'armonia del viso. Non appena ci mettiamo a sedere per pensare,
diventiamo tutto naso, o tutta fronte, o qualche altra mostruosità.
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